La Corte Costituzionale, su questione sollevata dal Giudice di Pace di Frosinone, ha esaminata la legittimità costituzionale dei D.L. 23/02/2020, n. 6, ed il D.L. 25/03/2020, n. 19 in tema di sanzioni previste per la violazione delle regole imposte nel periodo del lockdowm, ed ha concluso, perlomeno in base al comunicato stampa che di seguito si riporta, per la loro legittimità.
Naturalmente si attende il testo del provvedimento e le relative motivazioni che verranno depositate, secondo il comunicato «nelle prossime settimane», per capire e conoscere l’iter logico-giuridico seguito la Corte.
Nel frattempo possiamo solo leggere il seguente comunicato stampa pubblicato il 23/09/2021:
La Corte costituzionale ha esaminato oggi le questioni sollevate dal Giudice di pace di Frosinone sulla legittimità costituzionale dei decreti legge n. 6 e n. 19 del 2020, entrambi convertiti in legge, riguardanti l’adozione, mediante Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), di misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Nel caso concreto, un cittadino aveva proposto opposizione contro la sanzione amministrativa di 400 euro inflittagli per essere uscito dall’abitazione durante il lockdown dell’aprile 2020, in violazione del divieto stabilito dal Dl e poi dal Dpcm. Secondo il Giudice di pace, i due decreti legge avrebbero delegato al Presidente del Consiglio una funzione legislativa e perciò sarebbero in contrasto con gli articoli 76, 77 e 78 della Costituzione.
In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibili le censure al Dl n. 6, perché non applicabile al caso concreto. Ha poi giudicato non fondate le questioni relative al Dl n. 19, poiché al Presidente del Consiglio non è stata attribuita altro che la funzione attuativa del decreto legge, da esercitare mediante atti di natura amministrativa.
La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.
Roma, 23 settembre 2021