La sanzione sostitutiva degli affitti in nero è incostituzionale


La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 3, commi 8 e 9, del d.lgs. 23/2011 (‘Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale)

«per contrasto con l’art. 76 Cost., atteso che la disciplina oggetto di censura si presenta del tutto priva di copertura da parte della legge di delegazione in riferimento sia al relativo ambito oggettivo, sia alla sua riconducibilità agli stessi obiettivi perseguiti dalla delega».

Con la sentenza 14/03/2014, n. 50, la Corte Costituzionale ha così bocciato di incostituzionalità per difetto di delega (contenuta nella L. 42/2009) il d.lgs. 23/2011, nella parte in cui le norme sopra richiamate prevedono quale sanzione sostitutiva nel caso di mancata registrazione del contratto di locazione ad uso abitativo entro il termine di legge, la rideterminazione della durata di tali contratti in 4 anni a decorrere dalla data di registrazione (volontaria o d’ufficio), rinnovabili, nonché la rideterminazione del canone annuo di locazione nella misura del triplo della rendita catastale, oltre l’adeguamento Istat dal secondo anno nella misura del 75%.

La Corte ha ritenuto, altresì, illegittime costituzionalmente tali norme nella parte in cui sanzionano con la nullità tali contratti, nonché, per effetto dell’estensione di cui al comma 9 dell’art. 3 d.lgs. cit., i contratti registrati con indicazione di un canone inferiore rispetto a quello contrattualmente pattuito e dei contratti di comodato registrati cd. fittizi.

Ad avviso della Corte Costituzionale la previsione normativa del meccanismo sanzionatorio oggetto di censura – meccanismo che opera in via automatica nelle ipotesi sopra citate rideterminando legalmente gli elementi essenziali del contratto (durata e canone) – è del tutto estranea all’esercizio della delega alla luce del criterio direttivo generale ivi contenuto (art. 2, comma 2, lett. c). Tale criterio direttivo prevede che, infatti, l’invocata razionalità e coerenza dei singoli tributi impongono il rispetto dei principi sanciti dallo Statuto dei diritti del contribuente di cui alla L. 212/2000. Circostanza questa che non sarebbe stata rispettata nella specie, così come, sempre secondo la Corte, risulterebbero «negletti gli obblighi di informazione del contribuente, parimenti prescritti dal predetto statuto».

Documenti & materiali

Scarica il testo della sentenza Corte Costituzionale, 14/03/2014, n. 50 
Scarica il testo del d.lgs.23/2011
Scarica il testo della Legge Delega 42/2009
Scarica il testo dello Statuto dei diritti del contribuente

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Author: Avv. Francesca Serretti Gattoni

Avvocato, nata a Pesaro il 24 febbraio 1982. Iscritta all’Albo degli Avvocati di Pesaro dal 2010. Autrice e componente della redazione. Cura, in particolare, la sezione lavoro di Ragionando_weblog - ISSN 2464-8833

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