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Oggi segnaliamo all’attenzione dei nostri lettori due recenti – e significativi – interventi in materia di processo civile telematico, uno dell’A.N.M e uno del C.S.M.
L’A.N.M.: la carta allunga la vita…..
↑ Cominciando dall’A.N.M., quest’ultima, in un comunicato del 21 maggio 2014, premesse le difficoltà di entrata a regime del PCT, evidenzia come la normativa perseveri comunque nel delineare
«chiaramente a carico dei difensori un onere di deposito non solo dell’originale dell’atto ma anche delle copie ad uso ufficio e dei componenti il collegio; onde non sarebbe legittimo trasferire tale onere a carico dello Stato, mentre è indubbio che il giudice debba continuare a potersi avvalere del formato cartaceo per lo studio della causa e la redazione dei provvedimenti, sia a tutela della propria professionalità che della salute».
Il C.S.M.: la carta garantisce la qualità del lavoro…..
↑ Dal canto suo, il C.S.M., premessa una complessa analisi, ricca di dati e gergali tecnici, con propria risoluzione del 12 giugno 2014, paventando a propria volta le difficoltà operative che la tecno-riforma si accinge ad incontrare, ci insegna che
«la necessità di garantire (quantomeno ove richiesta) la possibilità di disporre di una copia cartacea completa del fascicolo d’ufficio (ovvero degli atti o dei documenti che il giudice espressamente richieda di poter esaminare su carta) non appare assolutamente collidere con l’efficienza del sistema, atteso che non ne pregiudica il deposito telematico e favorisce il superamento di quelle resistenze legittimamente fondate sul rischio di perdita di qualità nel lavoro dei giudici e di inefficienze dovute al necessario utilizzo delle infrastrutture telematiche».
La carta è morta….viva la carta!
↑ Eccoci qui, dunque, a sette giorni dall’entrata in vigore della riforma “epocale” del processo civile telematico, a discutere ancora di carta.
“Copia di cortesia” viene chiamata. No, no, qui stiamo parlando di “copia obbligatoria“, cioè della cara, vecchia buona, frusciante carta di sempre, da depositarsi obbligatoriamente (tout court o “su richiesta”, del singolo giudice, cioè a dire – scommettiamoci pure – sempre).
Insomma, un sistema molto simile, se non identico, a quello pre “rivoluzione” telematica ed anzi, per certi versi peggiore, visto che parti ed avvocati, dopo aver fatto fronte alle magnifiche sorti e progressive della nostrana tecnologia (interrogandosi su inedite decadenze informatiche, interpretando norme tecniche a tratti incomprensibili, investendo in risorse umane e tecnologiche etc.), dovranno anche “cortesemente” continuare a recarsi comunque, clopin-clopant, in cancelleria a depositare la “solita” carta.
Giusto, no?
Documenti & materiali
Scarica il documento A.N.M. del 21/05/2014 sul PCT
Scarica la risoluzione C.S.M. del 12/06/2014 sul PCT