E’ cominciato oggi il VI congresso dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, che vedrà per tre giorni impegnata la rappresentanza dell’avvocatura civilista nel confronto su “Le nuove frontiere della professione forense” e sulle prospettive di riforma del processo civile, con una specifica sessione di lavoro, che si terrà sabato mattina, dedicata al tema de “Il processo civile tra spinte autoritarie e proposte di rito collaborativo“.
Dal pomeriggio di sabato inizieranno, poi, i lavori congressuali veri e propri, che termineranno domenica con l’elezione del nuovo Presidente dell’Unione, dei componenti della Giunta Esecutiva e del Collegio dei probiviri, che guideranno l’UNCC nel corso del prossimo mandato.
Particolarmente attesa, oggi, era la presenza del Ministro della Giustizia Orlando, che, intervenendo all’iniziativa, ha risposto a tutto campo alle domande postegli dall’attuale Presidente dell’UNCC, Avv. Renzo Menoni.
Moltissimi gli argomenti toccati, a partire dalla problematica dell’accesso alla professione, tema molto sentito da un’avvocatura i cui numeri sono ormai insostenibili (e circa 240 mila avvocati italiani sono, in effetti, un numero insostenibile). Il Ministro ha richiamato, in proposito, il progetto elaborato insieme al MIUR (ultimo anno di giurisprudenza finalizzato specificamente all’accesso alla professione e programmazione numerica in funzione delle capacità formative del sistema) ed ha auspicato che tale progetto possa concretizzarsi entro la metà del prossimo anno.
Ma il Ministro Orlando ha anche rivendicato l’apertura di nuovi spazi di attività per l’avvocatura, attraverso lo sviluppo della degiurisdizionalizzazione e, in particolare, dell’istituto della negoziazione assistita, in favore della quale ha annunciato uno stanziamento di circa 5 milioni di euro (il relativo decreto è di questa settimana), nell’intento di favorire fiscalmente il ricorso al recente istituto. Un importo ingente che servirà da test per verificare quale dovrà essere la somma prevedibilmente necessaria a rendere sempre più conveniente l’accesso alla negoziazione, di cui si prevede un ulteriore ampliamento (con particolare riferimento alle controversie di lavoro).
Un passaggio alquanto significativo è stato, poi, quello in cui il Ministro ha accennato all’avvio di una fase di tipo sperimentale, in cui all’Avvocatura potranno essere affidate alcune delle attività sino ad oggi riservate alla categoria notarile, oltre che ad una drastica rivisitazione della magistratura onoraria, con maggiore professionalizzazione, perequazione retributiva, unificazione dei ruoli, (ma anche rafforzamento delle incompatibilità professionali e previsione di un lungo periodo di affiancamento preliminare al magistrato ordinario).
Altri temi toccati nel corso della lunga intervista al ministro sono stati, poi, il ripensamento del contributo unificato, che non deve trasformarsi in un ostacolo all’accesso alla giustizia, quantomeno per gli ambiti più disagiati o in funzione della tutela di aree di specifico bisogno; l’esigenza di rivisitare le modalità elettorali del CNF, rendendolo un organo eletto direttamente dagli iscritti; la necessità di modificare i criteri di selezione e nomina dei capi degli uffici, giudiziari dando la preferenza a chi abbia dimostrato le proprie capacità in precedenti incarichi direttivi; l’inizio di un nuovo percorso di investimento economico nel sistema giustizia: 50 milioni di euro l’anno scorso, 90 quest’anno e 110 l’anno prossimo, che consentiranno, tra l’altro, l’inserimento di 4.000 nuovi dipendenti amministrativi.