DEF 2014 e Giustizia civile: si torna al d.d.l. Cancellieri?

By | 11/04/2014

In diversi articoli apparsi di recente sul blog si è ampiamente, quanto favorevolmente, commentato il nuovo corso, inaugurato dal ministro Andrea Orlando, in tema di riforma della giustizia ed, in particolare, di riforma della giustizia civile.

L’approccio del ministro Orlando

Così, il 06/03/2014 avevamo salutato con soddisfazione lo stile dialogico proprio del nuovo ministro. Il 25/03/2014 avevamo annunziato, con pari entusiasmo, l’avvio di un tavolo di consultazione con l’avvocatura. Il 27/03/2014 ed il 28/03/2014 avevamo riassunto le proposte dell’avvocatura. Il 01/04/2014, infine, avevamo rappresentato la posizione del CNF sulle questioni che si venivano via via prospettando.

Poi ci eravamo acquietati, lasciando agli uomini ed alle donne che abitano le stanze dei bottoni il compito di delineare con calma i dettagli di un progetto serio e condiviso, che si sperava finalmente quanto mai lontano dalle grancasse propagandistiche in odore di incostituzionalità, con tutto il loro contorno di motivazioni a richiesta, appelli stroncati, costi abnormi per i cittadini e avvocati difensori condannati in solido.

La sorpresa del DEF 2014

Ma lo stato di quiete era destinato a durare poco.

Infatti, ieri, 10 aprile 2014, è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia e delle FInanze, il DEF (Documento di Economia e Finanza) 2014, la cui Sezione III (a sua volta suddivisa in una parte prima, di tenore generale, ed una parte seconda, a carattere più specifico) enuncia le principali strategie ed iniziative di riforma che il Governo ha in mente di realizzare nel prossimi mesi.

E, come è naturale che sia, non poteva mancare in tale quadro un capitolo dedicato alla giustizia ed, in particolare, alla giustizia civile.

La premessa: migliorare l’ambiente imprenditoriale e attirare capitale di investimento straniero

La premessa del ragionamento è quella ormai divenuta consueta (il che, di per sé, non rappresenta affatto un buon segno): migliorare l’efficienza del sistema per favorire il “fare impresa” ed attrarre capitali stranieri.

Secondo la prima parte della sezione terza del DEF 2014, infatti occorre porre in essere:

«un’energica azione in materia di miglioramento dell’ambiente imprenditoriale e di attrazione di capitali esteri attraverso la semplificazione del rapporto tra imprenditore e amministrazione in senso ampio (fisco, autorità amministrative di autorizzazione e tutela, giustizia civile, legalità e sicurezza, ecc.)» (DEF 2014, sez. III, parte I, pag. III).

Premessa, quest’ultima, su cui non si può che concordare, e che, come si è sopra osservato, sta diventando un must delle premesse di ogni nostrano riformismo in tema di giustizia (da ultimo si veda il naufragato progetto “Destinazione Italia” del precedente Governo Letta, alle misure 13 e 14).

Tutti d’accordo, dunque, sull’obiettivo generale (per non dire generico) che si ha di fronte.
Il problema si sposta, allora, sul diverso piano del come perseguirlo.

Sì, ma come? Riecco la motivazione a richiesta o a pagamento (e anche tutto il resto)

Del “come”, con particolare riferimento alla giustizia civile, si occupa il successivo paragrafo I.9 del documento in esame, il quale, alla voce «una giustizia celere e accessibile», comincia ad illuminarci preannunziando l’adozione, entro il giugno 2014, delle seguenti misure (le quali, vale la pena sottolinearlo, vanno ad aggiungersi a quella, in tema di processo amministrativo, consistente nel ridurre «i ricorsi al TAR» in funzione della «semplificazione del processo di realizzazione delle decisione prese a livello centrale e locale» – sic -):

  • «limitare l’appellabilità delle sentenze civili di primo grado»;
  • potenziare la «mediazione obbligatoria»;
  • introdurre «la motivazione sintetica a richiesta delle parti»;
  • procedere ad una non meglio identificata «semplificazione delle procedure per ridurre tempi e costi».

Ma vediamo il dettaglio….

A scendere ancor più nel dettaglio, poi, ci pensa il paragrafo II.19 della seconda parte della sezione del DEF 2014, che, in un apposito riquadro denominato “in itinere” e riportato a pag. 508 e 509, si riferisce ad un «disegno di legge di delega al governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile» . Quest’ultimo dovrebbe prevedere:

  • il «passaggio d’ufficio dal rito ordinario di cognizione al rito sommario per le cause meno complesse»;
  • la «motivazione della sentenza civile a richiesta»;
  • la «motivazione delle sentenze rese in grado di appello ‘per relationem’»
  • l’«introduzione dell’obbligatorietà dell’esperimento della consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite».

A quanto sopra, si aggiungono anche una serie di interventi in materia di processo esecutivo e procedura fallimentare, nonché il progetto di incentivazione del processo telematico.

Non vi ricorda qualcosa (e qualcuno)?

Ora, probabilmente siamo noi ad aver capito ed interpretato male, anche perché le nostre risorse sono limitate ed il documento in questione è ponderoso e di difficile lettura.

E tuttavia, il tenore degli interventi prospettato nel DEF 2014 qui in esame (taglio delle impugnazioni appelli, motivazione a richiesta, motivazione per relationem, mediazione obbligatoria, consulenza tecnica preventiva obbligatoria etc.) risulta essere molto simile, per non dire identico, a quello di cui al contestatissimo d.d.l. Cancellieri (v. schema che vi avevamo proposto il 19/12/2013), il quale aveva portato alla completa rottura tra avvocatura e ministro della giustizia.

Dunque?

Dunque, posto che lo spirito del DEF 2014, con i suoi richiami al passato, sembra, se non del tutto incompatibile, quantomeno molto lontano dall’approccio che recentemente era parso proprio del ministro Orlando in tema di riforma della giustizia civile, nasce spontanea più di una domanda.

Ad esempio: che fine fanno, nel quadro del DEF 2014, i tavoli di consultazione con l’avvocatura, i progetti condivisi, le proposte innovative, il new deal del ministero, etc., che si sono riassunti all’inizio di questo post?

E che ruolo ha giocato il ministro Orlando nella realizzazione del documento governativo in esame, il quale sembra mettere indietro di molti mesi l’orologio della progettualità in materia di giustizia e, al tempo stesso, imboccare una strada molto diversa, se non opposta, rispetto a quella che si era cominciata a percorrere, non senza fatica, negli ultimi tempi?

E che ruolo dovrà svolgere, ora, l’avvocatura? Ritornano, infatti, in gioco le esigenze di tutela del sacrosanto diritto alla difesa dei cittadini, già gravemente pregiudicato da un sistema che pare solo capace di avvitarsi su se stesso, nonché quelle di protezione del ruolo costituzionale svolto dalla nostra professione.
Assisteremo ad una nuova, ennesima, stagione di conflitti?

Noi, che, nella nostra semplicità, speriamo ancora di aver preso un colossale granchio, restiamo in attesa di un chiarimento capace di raccordare il contenuto di questo DEF 2014 ed il new deal del ministro Orlando, fugando i dubbi che si stanno nuovamente affastellando e riportando il sereno su un orizzonte che si va improvvisamente rannuvolando.

Davvero lo speriamo con l’ottimismo della volontà. E tuttavia, da buoni pessimisti della ragione, terremo alta la soglia di attenzione e gli occhi ben aperti…..

Documenti & materiali


Scarica il testo della sezione III del DEF 2014 Sez. III (entrambe le parti, versione zippata)
Scarica il testo della prima parte della sezione III del DEF 2014
Scarica il testo della seconda parte della Sezione III del DEF 2014
Scarica il documento “Destinazione Italia”

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Author: Avv. Luca Lucenti

Avvocato, nato a Pesaro il 20 ottobre 1961. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Pesaro dal 1991. Abilitato al patrocinio dinanzi alle magistrature superiori dal 2004. Responsabile di Ragionando_weblog - ISSN 2464-8833

4 thoughts on “DEF 2014 e Giustizia civile: si torna al d.d.l. Cancellieri?

  1. Rita Cavezzuti

    Non vorrei che il Ministro o il Ministero ( che non è cambiato ) si stesse esercitando sulla proprietà commutativa: cambiano apparentemente le posizioni dei fattori e anche lo stile, ma il risultato e’ quello stesso di chi lo ha preceduto.. Sul Def la ripresa dell’offensiva dell’avvocatura e
    D’obbligo

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  2. Antonio Rosa

    Caro Luca,
    mi spiace ma credo che ti sbagli perché il disegno di legge Cancellieri viene riportato tra le norme in itinere, cioè nella storia degli interventi fatti
    La base di partenza per l progetto di riforma del 2014 è quella invece riportata nella prima parte del Tuo articolo (l’unico aspetto preoccupante è l’introduzione di limiti all’appellabilità delle sentenze).
    Errore più che scusabile, data la mole del documento, se non fosse riportato nel testo dell’articolo come notizia che secondo la tecnica dei tabloid inglesi che hanno come unico fine quello di ‘catturare’ l’attenzione del lettore (noi siamo però avvocati…)

    Reply
    1. Luca Lucenti

      Caro Antonio,
      il titolo di un articolo è un momento di sintesi del suo contenuto. Questo è il senso del richiamo dubitativo (punto interrogativo finale) al ritorno del d.d.l. Cancellieri contenuto nel titolo del post, che riflette – direi fedelmente – il punto di vista perplesso espresso nel testo dello stesso.
      Per il resto, io continuo a sperare, con franca sincerità, di aver preso un granchio, anche se, a proposito di quel che dici, penso che la locuzione “in intinere” significhi “quel che è in cantiere” e non “riassunto di quel che è successo”.
      Tanto più quando si coniugano i verbi al presente, come accade nel testo del DEF 2014 (seconda parte), nel contesto di un capitolo (“le riforme nazionali in dettaglio”) destinato a sviluppare la prima parte dello stesso documento.
      Mi pare sufficiente quantomeno per riflettere e per richiedere un intervento che faccia chiarezza su una questione che interessa tutti (chiarimento che, salvo errori, allo stato non è ancora pervenuto, a dispetto di un certo clamore suscitato dalla lettura del DEF in questione).
      Devo però aggiungere che, pur non condividendo la tua impostazione, la ritengo un approccio utile per poter uscire dall’impasse e non ricadere nelle secche delle logiche “frontali” da cui eravamo appena usciti e che, almeno io, non rimpiango affatto.

      Reply
  3. Cesare

    La riforma del processo di esecuzione Cancellieri, ripresa tale e quale da Orlando, rafforza i poteri dell’ufficiale giudiziario e riduce l’avvocato a mera “agenzia disbrigo pratiche” che passa le carte all’ufficiale giudiziario.
    Non a caso è previsto un aggio a percentuale (pari al 5% del recuperato) a favore dell’ufficiale giudiziario.
    Dopo l’entrata in vigore il ceto debitorio (imprese in difficoltà) protesteranno per gli eccessivi costi della procedura e si evidenziera che il compenso a favore degli avvocati, meri passacarte, è ingiustificato

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