Dal Gran Teatro La Fenice a Rimini. Oltre il mercato e la sfida della modernità


Si è concluso l’11 ottobre scorso a Venezia, dopo tre giorni di lavori, il XXXII Congresso Nazionale Forense dal titolo «Oltre il mercato. La nuova avvocatura per la società del cambiamento», sintesi di possibili soluzioni e prospettive per la professione forense di fronte alla complessità degli attuali scenari, secondo quel duplice intento che Guido Alpa nella sua relazione introduttiva ha definito – quasi ecumenicamente- come, da un lato, di «coraggio e ottimismo in un momento di ristagno dell’economia e di persistenza della crisi», dall’altro «di natura anche morale, diretta a non relegare unicamente agli strumenti dell’economia la prerogativa di risolvere tutti i problemi che la società post-moderna presenta».

Dal dibattito sul nuovo volto della governance alle mozioni politiche approvate.

Perlomeno nei propositi iniziali e nelle aspettative, il primo Congresso successivo all’approvazione della nuova legge professionale (L.31/12/2012, n. 247) e in piena attuazione della riforma della giustizia, avrebbe dovuto propiziare una svolta importante, attese tutte le componenti dell’avvocatura, non solo alla genesi del nuovo organismo ex art. 39 L.247/2012 cit. (cui, com’è noto, il Congresso, titolare di una funzione di indirizzo e di rappresentanza esclusiva nei confronti delle istituzioni politiche e dei vari corpi sociali, conferisce mandato per l’esecuzione dei propri deliberati e per coordinare le linee politiche generali), ma anche e soprattutto al confronto sulle nuove sfide già improrogabilmente del presente.

Invece, tra dispositivi per il voto elettronico impazziti – o indolenti, a seconda dei casi, vista l’elevata percentuale di delegati ingiustificatamente assenti al momento del voto -, diretta streaming di tavole rotonde ed interventi, le mozioni statutarie sono state tutte respinte con il ritorno alle vecchie regole per la costituzione dell’Organismo, cui è demandato, in un momento così delicato, di rappresentare con determinazione all’esterno, senza frammentazioni ed illegittime ingerenze, la pluralità di voci interne.

E’ apparsa, così, secondaria, nell’analisi successiva, l’approvazione delle mozioni politiche, fra le quali, come concrete soluzioni di evidente respiro per uscire dalla crisi, si possono, ad esempio, con soddisfazione segnalare:

  • la n. 21, in tema di legittimazione ad autenticare le sottoscrizioni nei contratti di compravendita immobiliare;
  • la n. 22, in tema di autentica delle sottoscrizioni di accordi aventi ad oggetto il trasferimento di diritti o il compimento di atti previsti dall’art. 2643 C.C..;
  • la n. 33, in tema di inserimento degli avvocati, titolari di studi professionali fra le categorie che possono accedere agli ammortizzatori sociali;
  • la n. 51, infine, in tema di esercizio della professione forense col ricorso ai tipi di società disciplinate dal codice civile anche di tipo capitalistico;
  • la n. 76, in tema di contratti di collaborazione professionale.

Occorrerà, pertanto, dare immediata attuazione a tali deliberati, convinti interpreti di quel senso di rinascita che l’affascinante ambientazione iniziale del Gran Teatro La Fenice, non a caso, vuole da sempre simbolicamente ed orgogliosamente indicare ai suoi visitatori. Questo, anche in vista del prossimo appuntamento congressuale che si terrà, nel 2016, a Rimini.

Dall’interlocuzione con la politica alla chiusura dei lavori: verso Rimini, prossima sede congressuale.

Nell’ultima giornata dei lavori, la massima Assise, com’è noto, ha tributato al Ministro della Giustizia dell’Esecutivo Renzi prolungati applausi, intermedi e finali, per un intervento che, rinnovata la disponibilità al confronto – attitudine francamente del tutto assente nei suoi predecessori – è stato nel complesso apprezzabile, forse fin troppo rassicurante. A dir la verità, calato il sipario del congresso, permane comprensibilmente una legittima diffidenza nei confronti di una volontà politica che non sempre concretamente ha confermato la sensibilità istituzionale solo in apparenza manifestata.

«La scommessa dell’efficienza della giustizia» – ha, comunque, sottolineato in uno dei passaggi più apprezzati Andrea Orlando – «passa attraverso un rapporto diretto con l’Avvocatura. Bisogna superare stereotipi e preconcetti che vedono gli avvocati come “il” problema o una parte del problema: gli avvocati sono una parte della soluzione».  Riforma della giustizia che deve procedere di pari passo con la riforma dell’ordinamento forense: obiettivo che lo stesso Ministro ha definito come «una partita molto difficile, perché vede da un lato il rischio di una reazione corporativa e, dall’altro, un’aggressione di tipo mercatista alla professione».

In realtà, la ricerca di equilibri nella contrapposizione tra nobile peculiarità della professione forense e logiche di mercato richiederebbe anche una rielaborazione di tutte quelle “ritrosie istituzionali”, orientate ad imporre regole ormai anacronistiche e rigidamente inconciliabili con le esigenze della competitività al cui richiamo, pragmaticamente, le altre categorie professionali non si sono sottratte. «E così» ha spiegato Ester Perifano, Segretario Nazionale A.N.F. nella sua relazione al Congresso «tra il timore di fare un passo avanti verso la modernità e la tentazione di farne due indietro verso un mondo che non esiste più, continuiamo nostro malgrado a subire una deriva aziendalista per effetto della quale sempre più il nostro mondo è governato dai numeri».

Basti pensare, ad esempio, all’incomprensibile resistenza verso nuove forme di aggregazione societaria multidisciplinare, non limitate alla partecipazione di avvocati ma aperte a sodalizi anche con altre categorie professionali o ad alcune disposizioni del nuovo codice deontologico – di recentissima pubblicazione sulla G.U. n. 241 del 16/10/2014 – in tema di informazione dell’attività esercitata, praticamente demonizzata ed “ingabbiata” se promossa in rete: singoli aspetti non irrilevanti e complessi ai quali dedicheremo un prossimo approfondimento.

Documenti & materiali

Leggi il nuovo Codice Deontologico Forense pubblicato in G.U. 241/2014

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Author: Avv. Antonella Matricardi

Avvocato, nata a Pesaro il 19 marzo 1965. Iscritta all’Albo degli Avvocati di Pesaro dal 1999. Autrice abituale di Ragionando_weblog - ISSN 2464-8833

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