Stamane alle 10,00 si è riunito il Consiglio dei Ministri che, all’Ordine del Giorno, presentava anche la problematica derivante dalla notissima sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in materia di cognome dei figli (del 07/01/2014, in caso 77/07, C. & F. c/ Italia).
Il caso portato dinanzi alla CEDU
I fatti del procedimento svolto dinanzi alla CEDU nel caso di cui sopra sono ormai noti.
In sintesi, due coniugi italiani tentano di assegnare alla propria figlia il cognome materno, ma l’Ufficiale di Stato Civile si rifiuta e la registra con il cognome del padre.
Il Tribunale di Milano, investito della questione, rigetta il ricorso, con una motivazione, peraltro, tutta da leggere (la citazione che segue è tratta dal testo francese della sentenza CEDU, ma se ne comprende abbastanza bene il testo): «Le tribunal observa que même si aucune disposition légale n’imposait d’inscrire un enfant né d’un couple marié avec le nom de son père, cette règle correspondait à un principe bien enraciné dans la conscience sociale et dans l’histoire italienne. Le tribunal estima par ailleurs superflue la question de l’existence ou non d’une disposition légale explicit».
L’appello avverso tale sentenza non ha miglior sorte e viene respinto. La Corte di Cassazione, investita del ricorso su tale secondo giudicato, rimette gli atti alla Corte Costituzionale, la quale dichiara inammissibile la questione e, all’esito di tale pronunciamento, il ricorso per cassazione viene infine respinto.
Di qui, il procedimento dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che, con la propria sentenza qui in rassegna, ha considerato discriminatorio il trattamento normativo in questione, ai sensi del combinato disposto degli artt. 8 e 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Il disegno di legge di iniziativa governativa
↑ Tale essendo la situazione, nella serata di ieri si è diffusa la notizia che il Consiglio dei Ministri si sarebbe riunito stamani, 10/01/2013 alle 10,00, avendo, tra l’altro, all’Ordine del Giorno, proprio un disegno di legge intitolato «Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, in esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo 7 gennaio 2014».
Ebbene, all’esito di tale Consiglio dei Ministri, la nota appena diffusa dal C.d.M. ha il seguente contenuto, che riportiamo integralmente per le vostre valutazioni:
«Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente, Enrico Letta, e dei ministri della Giustizia, Annamaria Cancellieri, degli Affari Esteri, Emma Bonino e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, un disegno di legge contenente disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli. Il testo dà piena attuazione alla sentenza della Corte Europea di Strasburgo e prevede l’obbligo per l’ufficiale di stato civile della iscrizione all’atto di nascita del cognome materno in caso di accordo tra entrambi genitori. Nel dare piena attuazione alla sentenza della Corte europea inerente al cognome materno, tuttavia, il Consiglio dei ministri ha rilevato che la complessa materia presenta ulteriori profili che, oltre ad essere ovviamente aperti al dibattito parlamentare, saranno, in sede governativa, approfonditi da un gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Interno, degli Affari esteri, della Giustizia e delle Pari Opportunità».
Dunque? Siamo di fronte ad un vero e proprio ddl o ad una dichiarazione di intenti? Nell’attesa degli eventi, resta sempre la CEDU….
Documenti & materiali
↑ Scarica il testo della sentenza CEDU 07/01/2014, in caso 77/07, C. & F. c/ Italia (disponibile solo in lingua francese)
Scarica il testo della Convenzione Europea dei Dritti dell’Uomo
