Il ruolo dell’Avvocato. Da sempre ai tempi della crisi


  Nei giorni precedenti (v.  Articoli del 17/01/2014 e del 20/01/2014) la nostra rivista ha riferito quanto emerso e concluso all’VIII Conferenza Nazionale dell’Avvocatura, tenutasi a Napoli dal 18 al 20 gennaio dal titolo «La Giustizia umiliata: quale democrazia senza diritti ?» .

La conferenza di Napoli appena citata era stata preceduta, nel novembre 2012, dal XXXI Congresso Forense tenutosi a Bari in tema di «Avvocatura per una democrazia solidale. Il cittadino prima di tutto» e, prima ancora, dal Congresso Straordinario di Milano, significativamente dedicato all’argomento «i diritti non sono merce». Un lasso di tempo breve ma per comprensibili aspetti veramente interminabile, afflitto da una crisi economica rivelatasi forse come la più grave e prolungata dal dopoguerra, attesa invano, nonostante l’ottimismo a corrente alternata dell’attuale dirigenza politica, la riscossa della famosa luce in fondo al tunnel. Un periodo per altri versi frammentario nel quale il legislatore ha contratto con gli strumenti della decretazione d’urgenza e dei regolamenti ministeriali gli irrinunciabili principi che sono a fondamento della professione forense, fino a svilirne la natura, fino a minarne l’indipendenza, la dignità, l’autonomia.

Avvocatura e società civile. Le riflessioni della categoria

Già al Congresso Straordinario del marzo 2012 sopra ricordato era stata ribadita la nobile peculiarità dell’attività forense nella necessità di rivendicare il primato del diritto sull’economia, laddove la figura dell’avvocato non può non porsi centralmente quale unico baluardo nella difesa dei diritti secondo il ruolo che gli affida la carta costituzionale. Una supremazia, dunque, che non può cedere alle esigenze dell’economia, non potendo accettare di conformare le proprie regole e la propria disciplina a meri parametri di mercato e di concorrenza.

All’epoca, più precisamente al Congresso di Bari del novembre dello stesso anno, l’assenza dell’allora ministro Severino (certo, pressata da improrogabili impegni) già insinuava la convinzione di una scarsa sensibilità istituzionale nei confronti della categoria e delle sue rivendicazioni, convinzione oggi confermata dall’ennesima assenza, quella dell’attuale Guardasigilli, ministro Cancellieri, alla Conferenza di Napoli.

Verso l’autocritica

A distanza di un anno circa l’avvocatura reagisce con la stessa veemente disapprovazione. La misura sembra essere ormai colma perché, al di là del solito affronto, dell’arroganza del potere, sordo alle contestazioni della categoria – ma di chiunque, in realtà – lo sconforto più grave deriva dal fatto che i governi che si sono succeduti negli ultimi anni (di qualsiasi orientamento e colore) hanno dimostrato di essere recisamente intervenuti su temi dei quali, evidentemente, non avevano sufficiente conoscenza. Un esempio fra i tanti, l’immancabile “epocale” revisione della geografia giudiziaria.

E se l’opinione pubblica, nonostante la distratta percezione delle ultime aberrazioni sfornate dal legislatore, comunque, di questo complesso sistema al collasso, riconduce cause e responsabilità quasi esclusivamente alla classe forense, le molteplici ragioni non possono effettivamente risultarci estranee. Eppure dovremmo essere proprio quel baluardo, quella voce o parola alla quale nella necessità sempre dovrebbe corrispondere il senso più puro e nobile del concetto di advocatus “chiamato per difendere”.

A proposito di ragioni, forse la più evidente sta nella stretta correlazione esistente tra un’inadeguata capacità di comunicazione e l’immagine che dell’avvocato percepisce la gente, immagine che è diffusa spesso ad arte dai media o che la categoria stessa contribuisce , ingenuamente, a fornire di sé. Ne deriva, nella migliore delle ipotesi, una figura di professionista spesso supponente che in cambio di prestazioni “minime” richiede esorbitanti compensi o che non si fa scrupolo di fomentare la litigiosità del cliente per giungere al contenzioso. Non nell’interesse, dunque, di chi gli affida l’incarico, ma esclusivamente del proprio, sorretto dalla prospettiva di guadagni maggiori.

Naturalmente la realtà non è per nulla questa ma «in funzione di quale malizioso traguardo» si chiedeva nel suo intervento al XXXI Congresso Forense di Bari il prof. Andrea Pisani Massamormile,

«ci è stata alienata, grazie ad una sapiente orchestrazione dei media, la simpatia popolare e si sta pericolosamente insinuando la convinzione che sia proprio l’avvocato il primo ostacolo che si incontra sulla spinosa strada da percorrere per avere giustizia ?».

Non è un caso se negli ultimi anni le uniche forme di protesta poste in essere dall’avvocatura, le astensioni dalle attività di udienza, sono state deliberatamente e costantemente ignorate dai media, relegate ad istantanee appena accennate nei notiziari di tarda serata e considerate piuttosto come l’unica causa di procrastinamenti e rinvii dell’iter giudiziario, nella penosa identificazione dell’attività dell’avvocato con lo spettro della stasi giudiziaria.

E non è un caso che sollevi maggiore partecipazione popolare uno sciopero studentesco o una manifestazione di esodati e precari, naturalmente con tutto il rispetto che tali proteste meritano, perché è proprio a sostegno dei più deboli che dovremmo pensare concretamente di solidarizzare.

Una delle possibili soluzioni. Consapevolezza del ruolo dell’avvocato nella società

Quali i possibili orizzonti, dunque.

«In ogni dibattito deve tornare a farsi sentire anche il punto di vista della legalità di cui gli avvocati sono i primi interpreti» precisava Pisani Massamormile nel citato intervento a Bari «e che non è solo applicazione tecnica dello ius positum, ma ricerca di giustizia ed equità sociali». L’obiettivo, dunque, deve essere, proseguiva Pisani Massamormile, quello di «astenerci dal parlare, nei nostri convegni e nei nostri incontri, sempre e solo, nell’indifferenza e a volte nella diffidenza generale, dei nostri problemi, ma affrontiamo invece i grandi temi che interessano e spesso scuotono la gente del terzo millennio in cui … confini e sovranità vanno cedendo non, come era nei nostri sogni, in virtù di un rinnovato sentimento di fratellanza, ma a causa delle vili scorribande della finanza».

In fondo, tra apatia ed indignazione solo virtuale, è proprio quanto recentemente avvenuto, a conferma di quel senso di onestà e coerenza intellettuale, pur a tratti ma comunque presente in un’avvocatura spesso solo specchio fedele della società in crisi.

E se il 04/12/2013 la Corte Costituzionale ha bocciato il cd. “Porcellum” il merito va sicuramente attribuito all’Avv. Aldo Bozzi del Foro di Milano che sul finire del 2009 chiamava in giudizio la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Interno davanti al Tribunale di Milano per sostenere che nelle elezioni politiche del 2006 e del 2008 non solo il suo diritto di voto ma quello di tutti, in quanto non esercitato secondo le modalità fissate dalla Costituzione, era stato leso.

Verso il recupero del consenso sociale.  L’esperienza dei colleghi turchi

Di fronte alla progressiva erosione dei diritti civili in atto in Italia, dunque, l’avvocatura non potrà sottrarsi all’affermazione di un ”obbligo etico della legalità”, ma dovrà accettarne la difficile ed affascinante sfida. Illuminante, in tal senso, sarà rievocare mentalmente quanto accaduto nel giugno 2013, quando a Caglayan in Turchia, a seguito degli eventi di Parco Gezi, venivano arrestati dalla polizia antisommossa più di cinquanta colleghi turchi nel “loro santuario”, nel palazzo di giustizia, durante lo svolgimento della loro sacrosanta attività di difesa.

Ed oltre alle crude immagini, ai video di violenza, diffusi all’epoca in tutto il mondo grazie ai social ed alle piattaforme web, potremo sempre ricordare nell’assolvimento dei nostri compiti e delle nostre funzioni, come singoli e come categoria, grazie a questi colleghi, come si difende la democrazia.

Documenti & materiali

 Vedi l‘intervento del Prof. Andrea Pisani Massamormile al XXXI Congresso Nazionale dell’Avvocatura, Bari, Teatro Petruzzelli, 22 novembre 2012
Scarica il testo del Relazione completa dell’intervento del Prof. Pisani Massamormile, Bari, XXXI Congresso Nazionale dell’Avvocatura di Bari
Leggi la traduzione del comunicato della Presidenza dell’Associazione Legale di Ankara
Vedi il video relativo all’arresto di circa 70 avvocati turchi in Tribunale ad Ankara, Turchia, dell’11/06/2013

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Author: Avv. Antonella Matricardi

Avvocato, nata a Pesaro il 19 marzo 1965. Iscritta all’Albo degli Avvocati di Pesaro dal 1999. Autrice abituale di Ragionando_weblog - ISSN 2464-8833

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