Riforma Fornero: il bilancio un anno dopo


Uno dei primi atti da Ministro di Enrico Giovannini è stata l’istituzione di due Comitati, l’uno Scientifico (costituito da esperti appartenenti al mondo accademico e istituzionale), l’altro Tecnico (costituito dai rappresentanti delle istituzioni ed i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni), deputati al monitoraggio della realizzazione degli obiettivi contenuti nella riforma del lavoro, attuata con l’introduzione della L. 92/2012 (cd. Riforma Fornero), e specificatamente nel suo primo anno di applicazione.

Il Quaderno sul monitoraggio della Riforma Fornero

In relazione all’attività dei detti Comitati, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato un Quaderno – il n. 1 del gennaio 2014 – contenente gli esiti dell’analisi valutativa delle azioni intraprese dal governo in attuazione della Riforma Fornero, nonché gli interventi ancora da attuare allo scopo di combattere la dilagante disoccupazione e di migliorare il mercato del lavoro nel suo complesso.

L’introduzione esplicativa del Ministro Giovannini

Il Quaderno in questione si apre con una introduzione esplicativa redatta dal Ministro Giovannini con la quale si chiarisce che, nonostante il periodo di valutazione comprenda il primo anno dall’entrata in vigore della L. 92/2012 cit. (luglio 2012-giugno 2013), un’attenzione particolare merita anche quanto è stato fatto nel secondo semestre dell’anno 2013 e quanto si sta ancora facendo alla luce delle significative modifiche apportate alla L. 92/2012 dal Decreto Lavoro (cd. decreto Giovannini-Letta), D.L. 76/2013, conv. in L. 99/2013 (di cui si è trattato nei precedenti post del 14/10/2013, dell’08/11/2013 e del 28/11/2013, trasfusi nello speciale dedicato pubblicato il 28/12/2013).

Tale prefazione ‘introduce’ appunto la lettura degli esiti del cd. monitoraggio, fornendo a tecnici ed operatori una chiave di lettura del documento in questione esplicativo del cambiamento in essere nell’attuale mercato del lavoro sotto una triplice angolazione: dal punto di vista dell’attuazione del programma di governo; dal punto di vista delle politiche attive; e, infine, dal punto di vista delle priorità per i prossimi mesi quali, la ‘(ri-)occupabilità delle persone’ e l’‘efficienza del mercato del lavoro’.

Il programma di governo e la sua attuazione 

La priorità delle linee di azione messe in atto dal governo viene individuata nella lotta alla disoccupazione e alla precarietà, soprattutto quella giovanile.

Ed è proprio questo lo scopo e l’anima delle modifiche legislative apportate dal Decreto Lavoro D.L. 76/2013 (conv. in L. 99/2013) intese ad aumentare la flessibilità in entrata mediante modifiche sulle tipologie contrattuali (quali il contratto a tempo determinato, di lavoro occasionale e a progetto) ed a creare nuova occupazione attraverso una diversificata tipologia di strumenti, tra cui: gli incentivi all’assunzione, il (ri-) finanziamento dell’imprenditoria giovanile, l’attivazione di borse per il tirocinio formativo, l’istituzione di incentivi per l’assunzione dei disoccupati, specie quelli di giovane età e delle donne over-50.

Gli incentivi in questione hanno consentito, per la prima volta dopo mesi, di riscontrare un (seppur ancora flebile) aumento delle assunzioni rispetto alle cessazioni dei rapporti di lavoro. Gli ulteriori e principali interventi dell’attuale governo sono quelli contenuti nella cd. Garanzia Giovani, nel progetto di miglioramento del rapporto scuola-lavoro (cd. alternanza formazione-lavoro sin dall’ultimo anno della scuola media inferiore) e nello stanziamento di un fondo per le politiche attive attivato con la Legge di Stabilità 2014, la quale è intervenuta anche con misure finalizzate a ridurre il costo del lavoro.

Le politiche attive

Nel secondo semestre dell’anno 2013, il governo è intervenuto per potenziare le politiche attive del lavoro in collaborazione sinergica con Regioni e Province (queste ultime anche quali responsabili dei Centri per l’Impiego), con particolare riferimento ai seguenti campi di azione: formazione professionale; politiche di ricollocazione dei lavoratori in ammortizzatori sociali, tirocini formativi e apprendistato.

A tali scopi, sulla base del Decreto Lavoro D.L. 76/13 cit., è già stata istituita la cd. ‘Struttura di missione’ la cui precipua attività è quella di coordinare e promuovere le ridette politiche attive del lavoro; è stato inoltre disegnato il Piano per la Garanzia Giovani e, recentemente, la Legge di Stabilità per il 2014 ha istituito un Fondo per le politiche attive per la ricollocazione dei disoccupati e dei beneficiari degli ammortizzatori sociali.

Le priorità per i prossimi mesi: ‘(ri-)occupabilità delle persone’ e ‘efficienza del mercato del lavoro’

Questi paiono essere i doverosi obiettivi da raggiungere nei prossimi mesi in stretta e consequenziale connessione con la possibile ripresa economica del Paese: (ri-)occupabilità dei lavoratori ed efficienza del mercato del lavoro.

Fondamentale per la realizzazione dei ridetti obiettivi sono, oltre all’attuazione delle politiche attive come delineate al precedente punto, anche:

– l’orientamento al lavoro a partire dalla terza media inferiore (nell’ottica dell’alternanza scuola-lavoro, fornendo ai giovani  contemporaneamente le conoscenze di base e le competenze necessarie per l’inserimento al lavoro);

– il miglioramento della formazione professionale, compito essenzialmente demandato alle Regioni (per il raggiungimento di tale obiettivo è stato costituito da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Istruzione, un Comitato di esperti per la predisposizione di interventi finalizzati a migliorare le competenze professionali dei lavoratori per sopperire ai notevoli ritardi riscontrati nella popolazione italiana rispetto a quella degli altri grandi stati europei).

Il contenuto del Quaderno di monitoraggio della L. 92/2012

Istanze sovranazionali e raccomandazioni UE

Il sistema permanente di monitoraggio previsto nel testo della Legge Fornero deve consentire, senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato (v. art. 1, comma 6, L. 92/2012), la valutazione ed il ‘monitoraggio’, appunto, delle tendenze e degli effetti sull’efficienza del mercato del lavoro conseguenti alla riforma, con particolare attenzione all’andamento dell’occupazione delle donne e dei giovani.

Tali ultime due tematiche, occupazione delle donne e dei giovani, contrastati fortemente dalla crisi economica degli ultimi anni, oltre ad essere oggetto delle recenti politiche attive del lavoro, sono state oggetto delle recenti raccomandazioni internazionali rivolte all’Italia, in considerazione del grave ritardo del nostro paese rispetto al resto d’Europa.

Sul punto, inoltre, avvilente e preoccupante è il dato offerto dall’OCSE nel luglio 2013 riguardo alla dilagante disoccupazione (l’OCSE precisa che la disoccupazione sembrerebbe destinata ad aumentare nel corso del corrente anno) ed al bassissimo livello occupazionale femminile rispetto a quello maschile, oltre alla disuguaglianza reddittuale che pare ancora riscontrarsi in alcuni settori occupazionali. Sul tema del miglioramento occupazionale femminile, si è già trattato in un precedente post del 28 gennaio scorso che si segnala.

Oltre a tali temi, nella raccomandazione del giugno 2013 da parte della Commissione Europea sono contenute ulteriori tematiche che l’Italia dovrà affrontare con urgenza con l’emanazione di appositi provvedimenti (alcuni dei quali sono già oggetto di disegni di legge in Parlamento), tra cui, principalmente:

– l’attuazione delle riforme in atto, specie quelle del mercato del lavoro;

– il potenziamento dell’efficienza della P.A.;

– la riduzione del contenzioso civile (anche attraverso procedure extragiudiziali di risoluzione delle controversie);

– l’adozione di misure per migliorare la gestione dei fondi UE nelle regioni del Mezzogiorno per la programmazione 2014-2020;

– il potenziamento dell’istruzione professionalizzante e la formazione professionale;

– la lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero.

Le principali azioni della riforma e gli indicatori di monitoraggio

La L. 92/2012 al suo articolo 1, comma 1, indica tra gli obiettivi oggetto della riforma del mercato del lavoro, già accennati ai precedenti paragrafi, la realizzazione di «mercato del lavoro inclusivo e dinamico, in grado di contribuire alla creazione di occupazione, in quantità e qualità, alla crescita sociale ed economica e alla riduzione permanente del tasso di occupazione».

Come altrettanto accennato, per la realizzazione degli obiettivi in questione, il legislatore si prefiggeva (e prefigge) di attuare una serie di misure rivolte a favorire la stabilità contrattuale, valorizzare l’apprendistato quale principale modalità per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ristudiare le tutele dell’impiego (anche attraverso modifiche alla disciplina del licenziamento), utilizzare in modo più efficiente gli ammortizzatori sociali, etc.

L’attività di monitoraggio della riforma si è sviluppata nell’analisi delle misure e delle azioni come sopra illustrate, individuando una serie di indicatori (genere, età, settore economico, etc.) per le principali aree di intervento (flessibilità in entrata di cui ai commi 1-36 dell’art. 1 L. 92/2012 cit. , flessibilità in uscita di cui commi 37-41 dell’art. 1 L. cit., ammortizzatori sociali di cui agli artt. 2, 3 L. cit, incentivi e tutele inserite nell’art. 4 ed, infine, le ulteriori disposizioni per la riforma dei servizi pubblici per l’impiego, etc.), forniti da fonti informative – tra cui a titolo esemplificativo SISCO (Sistema Informativo Statistico di Comunicazioni Obbligatorie), implementato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalle banche dati fornite dall’INPS, dalle DPL – ed in grado di descrivere gli andamenti degli istituti normativi introdotti dalla riforma.

I risultati del monitoraggio

I primi risultati dell’attività di monitoraggio della riforma attuata con la L. 92/2012 sono stati riportati nel Quaderno di monitoraggio citato (nella sua seconda parte) in tabelle e grafici esplicativi degli andamenti alla luce dei dati raccolti.

Tali dati hanno registrato andamenti altalenanti; in particolare, per quanto riguarda l’area relativa alla flessibilità in entrata, nel secondo semestre 2013 si è registrato, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, una variazione percentuale negativa in tutti i settori economici; così come è stato rilevato un trend decrescente per quanto riguarda le assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato.
Per le attivazioni di rapporti a tempo determinato il trend invece appare tendenzialmente costante, mentre risulta essere decrescente quello relativo alle attivazioni di contratti di apprendistato e di lavoro intermittente.
Ed, ancora, per il contratto di lavoro a progetto, la riforma pare aver indotto a ridimensionare e razionalizzare tali tipi di assunzioni, a vantaggio di quelle a tempo determinato.
E’ chiaro che il calo delle attivazioni dei rapporti di lavoro, come sopra menzionate, si trasferisce poi nell’aumento delle cessazioni dei rapporti suddetti.
Per quanto, infine, concerne le cause di cessazione dei rapporti di lavoro, i dati del monitoraggio hanno indicato che per i rapporti a termine vi è un notevole aumento della cessazione dei relativi contratti per la loro naturale scadenza, mentre, per i rapporti a tempo indeterminato, la maggiore causa di cessazione di tali rapporti (fino ad arrivare ad una percentuale dell’80%) è rappresentata dalla giusta causa e dal giustificato motivo soggettivo, assestandosi invece intorno all’1% negli ultimi mesi i licenziamenti collettivi.

Documenti & materiali

Scarica il testo della L. 92/2012 (cd. Riforma Fornero)
Scarica il testo del Decreto Lavoro (cd. decreto Giovannini-Letta), D.L. 76/2013, conv. in L. 99/2013
Scarica il testo del Legge di Stabilità 2014
Leggi il testo del Quaderno di monitoraggio n. 1 del gennaio 2014, pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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Author: Avv. Francesca Serretti Gattoni

Avvocato, nata a Pesaro il 24 febbraio 1982. Iscritta all’Albo degli Avvocati di Pesaro dal 2010. Autrice e componente della redazione. Cura, in particolare, la sezione lavoro di Ragionando_weblog - ISSN 2464-8833

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