PCT: in gazzetta la legge di conversione del D.L. 24/06/2014, n. 90 Ma ci sono voci dissonanti sulla reale efficacia delle misure adottate

By | 19/08/2014

Vi avevamo già anticipato, il 10 agosto scorso, l’avvenuta approvazione del D.L. 24/06/2014, n. 90, segnalandovi, però, che mancava la pubblicazione in gazzetta della legge di conversione.

Oggi il percorso formale è compiuto: il D.L. 24/06/2014, n.90 è stato convertito nella L.11/08/2014, n. 114, pubblicata in G.U. Serie Generale n.190 del 18-8-2014 – Suppl. Ordinario n. 70.

La parte del D.L. 90/2014 che riguarda il Processo Civile Telematico è contenuta negli articoli 44 e ss. del provvedimento stesso, in merito ai quali rinviamo alla tabella dei contenuti pubblicata nel post del 10 agosto scorso.

Diverse le novità, sulle quali vi ragguaglieremo presto.

Ma il Processo Civile Telematico è davvero così veloce e sicuro?

Per il momento, però, vorremmo segnalarvi una voce alquanto dissonante sulla reale efficacia delle misure “telematiche” di cui tanto si è parlato prima delle ferie estive e di cui tanto sicuramente ancora si parlerà.

L’abbiamo rinvenuta sul sito www.giustiziami.it, che, in un articolo dall’eloquente titolo «Il Processo Civile Telematico? Più lento di quello cartaceo. E poco efficiente nonostante i fondi Expo», riporta l’intervento svolto dal giudice Federico Rolfi ad un incontro, tenutosi a Milano il 2 luglio scorso, dedicato al processo telematico.

L’intervento in questione (che comincia con un virgolettato del seguente tenore: «Quello che possiamo dire è che il Pct ha rallentato i tempi del giudizio civile e presenta degli inquietanti profili di sicurezza»), contiene alcuni interessanti spunti. Vediamoli.

Appesantimento dello svolgimento delle udienze

Oggi il magistrato, intanto, porta su di sé «il peso integrale anche della redazione materiale del verbale, che prima era un onere diviso tra tutte le parti in causa»: il che, come è logico, in assenza di un organico sistema processuale telematico (quello odierno si limita a consentire il deposito di atti, la consultazione dei fascicoli, lo svolgimento di adempimenti relativi al ritiro di alcune copie ed altre attività episodiche, ma non permette lo svolgimento virtuale dell’intero processo, udienze comprese) può comportare e spesso comporta un allungamento dei tempi “pratici” di svolgimento dell’udienza.

Problema dell’inadeguatezza tecnologica

Sul punto dell’adeguatezza tecnologica del sistema,  l’intervento del magistrato è molto chiaro e si articola in due punti che non hanno bisogno di ulteriore illustrazione o commento:

  • «il Pct attualmente dipende e si fonda su un parco macchine di estrema fragilità e su dotazioni software incomplete e inadeguate allo sfruttamento completo delle potenzialità dello strumento»;
  • «tutti i venerdì dalle 17 il sistema si blocca, addirittura qualche venerdì fa, tra le proteste generali, si è fermato alle 14 e 30 per problemi romani che, a catena, hanno interessato anche Milano. E ogni 15 giorni il sistema viene chiuso per gli aggiornamenti».

Sic.

Problema della sicurezza dei dati

Ma il passaggio più significativo e delicato riguarda la sicurezza dei dati: «quando facciamo assistenza on line un operatore entra nella nostra consolle da remoto. Chi entra nel server, in teoria, pesca tutti dati che vuole. Ci è stato detto che in teoria l’operatore che entra viene filmato…».

Constatazione, quest’ultima, davvero preoccupante, che chiunque abbia svolto attività di assistenza tecnica da remoto sul proprio pc non può che ben comprendere e condividere.

Insomma, una voce dissonante, ma che si alza a ragion veduta da un operatore pratico appartenente ad un tribunale sicuramente di rilievo nel panorama del PCT (e non solo), riferita da un articolo interessante che abbiamo pensato di segnalarvi.

Buon PCT a tutti

Admin  😎

 

 

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