Il ministro Orlando in commissione giustizia: un complesso programma di riforme

By | 28/04/2014

Come alcuni di voi ricorderanno, l’ultima volta che ci siamo occupati dei progetti di riforma in materia di giustizia civile avevamo affrontato il tema del DEF 2014, ad una prima lettura del quale era emersa una certa preoccupazione per il riapparire di scelte a suo tempo contestatissime e considerate ormai definitivamente superate.

Le reazioni alla lettura del DEF 2014

Nei giorni successivi alla pubblicazione del DEF 2014, oltre al nostro intervento, vi sono state numerose prese di posizione di diversa natura: chiavi di lettura “apocalittiche”, che annotavano l’ennesima sconfitta politica dell’avvocatura derivante dall’inaccettabile ritorno al passato implicato dal documento in questione, si sono contrapposte a chiavi di lettura “integrate”, che riducevano il contenuto del DEF in questione a semplice promemoria di quanto accaduto nella passata legislatura, privo di qualsiasi appeal politico degno di considerazione.

Ora, al di là del semplificante manicheismo con cui i diversi approcci alla vicenda del DEF 2014 sono stati appena presentati, il punto cruciale della questione è che, a leggere il testo, a volte oscuro, di tale ponderoso documento,  le chiavi di lettura sopra descritte ne uscivano in qualche modo entrambe legittimate.

Stava, dunque, al governo provvedere a riportare chiarezza in un orizzonte che, con il passare dei giorni, andava via via confondendosi.

Il ministro Orlando in commissione giustizia al Senato

A ciò pare aver inteso provvedere l’intervento del ministro Orlando in commissione giustizia al Senato del 23 aprile 2014, che vi riportiamo sia nella sua versione video, sia nella sua versione scritta.

La prima caratteristica che colpisce scorrendo l’intervento in questione è che in esso sembrano attenuarsi, sino quasi a scomparire, i riferimenti ai punti più contestati del d.d.l. Cancellieri, quali, ad es., la motivazione a richiesta/pagamento, la responsabilità solidale del difensore etc. L’unico richiamo espresso a tale d.d.l., infatti, è collegato alla riforma del processo esecutivo (v. pag.10, lett. c, del pdf allegato), argomento di sicuro rilievo pratico, ma dotato di scarsa valenza politico/simbolica.

Si aggiunga a ciò il ribadito impegno manifestato dal ministro ad una prassi di consultazione costante con l’avvocatura (v. pagg. 8 e 9 del pdf allegato), a conferma dell’effettiva esistenza di quell’approccio dialogante e migliorista a suo tempo salutato positivamente dagli operatori (ed anche da noi, vedi posts del 06/03/2014, 25/03/2014, 27/03/2014, 28/03/2014 e 01/04/2014).

Si considerino, infine, gli aspetti di novità presenti nell’intervento ministeriale in esame, quali la degiurisdizionalizzazione delle procedure di separazione e divorzio consensuali, che dovrebbero venire affidate agli avvocati; la previsione dell’ufficio del processo, ed il conseguente nuovo ruolo che vi dovrebbe assumere la magistratura onoraria – di cui si prevede anche un aumento di competenza per materia e valore; il progetto di udienza a distanza; o, ancora, alcune prospettive di riforma dell’avvocatura e simili.

Tutti esempi di idee e progetti fatti propri dal ministro Orlando nell’intervento in esame e che, almeno a memoria, non si ricordano espressi con la chiarezza di quest’ultimo, tanto meno in una sede ufficiale come la commissione giustizia del Senato.

La situazione, dunque, rimane ancora alquanto in progress, ma sembra dipanarsi con modalità e secondo linee piuttosto diverse rispetto a quelle che erano parse proprie del DEF 2014 sopra ricordato.

Vale dunque, senz’altro la pena schematizzarla.

Le novità annunciate dal ministro

Scorrendo il testo dell’intervento del ministro Orlando (od ascoltando dal vivo le parole del ministro), si distinguono due linee di intervento riformatore: quella per la quale pare essersi raggiunto un certo grado di specificità e/o, comunque, di chiarezza ideativa e, dunque, che potrebbe profilarsi di realizzazione in tempi brevi o medi; e quella che, viceversa, è ancora in fase di discussione e richiederà, dunque, tempistiche di maggior  periodo.

Le riforme di breve/medio periodo

Cominciando dalla prima delle due categorie che si sono appena delineate, eccone una sintesi.

 
Finalità dell’intervento Misure previste
favorire la composizione dei conflitti in via stragiudiziale e deflazionare il contenzioso «trasferimento in sede arbitrale di procedimenti pendenti dinanzi all’autorità giudiziaria»
«promozione, in sede stragiudiziale, di procedure alternative all’ordinaria risoluzione delle controversie nel processo»
introduzione della procedura di «negoziazione assistita da un avvocato, rifacendosi all’esperienza francese. Si tratta di una procedura cogestita dagli avvocati delle parti e volta, con il loro apporto professionale, al raggiungimento di un accordo conciliativo che, da un lato, eviti il giudizio e, dall’altro, consenta la rapida formazione di un titolo esecutivo»
valorizzare fortemente la negoziazione assistita«con riguardo alle separazioni e ai divorzi consensuali, prevedendo che l’accordo dei coniugi assistiti dagli avvocati superi la necessità dell’intervento giurisdizionale (tranne nei casi di presenza di figli minori o portatori di grave handicap)»
Finalità dell’intervento Misure previste
 degiurisdizionalizzazione assegnare «ai notai le autorizzazioni a compiere gli atti da ricevere nelle forme dell’atto pubblico e che riguardano minori ed incapaci»
delegare ai notai gli «adempimenti attualmente svolti dal cancelliere in materia di successione»
 Finalità dell’intervento  Misure previste
accelerare le procedure esecutive riprendere «in parte il pendente disegno di legge Cancellieri»
 Finalità dell’intervento  Misure previste
potenziamento organizzativo del sistema giudiziario ricorrere a «procedure di mobilità del personale amministrativo proveniente da altri compart
ricorrere al «supporto del lavoro del giudice, anche attraverso tirocini abilitanti all’accesso alle professioni legali nella prospettiva, correlata anche alla riforma della magistratura onoraria, della creazione di un ufficio del processo, che l’esperienza sul campo già dimostra essere essenziale all’innalzamento dell’efficienza del sistema» (si veda, in proposito, il riquadro successivo)
completamento e ulteriore potenziamento del processo telematico (si ipotizza anche il ricorso all’ “udienza a distanza“)
Finalità dell’intervento Misure previste
riforma della magistratura onoraria «creazione di un unico corpo di magistrati di pace, composto per la categoria giudicante dagli attuali giudici di pace e da coloro che attualmente sono i giudici onorari di tribunale (GOT); e, per la magistratura requirente, dagli attuali vice procuratori onorari (VPO)»
«ampliamento, nel settore civile, della competenza per materia e per valore della magistratura giudicante di pace, in specie nelle materie del condominio, comunione, esecuzioni mobiliari, e inoltre un aumento dei casi di giudizio secondo equità»
impiego dei giudici di pace  «all’interno dell’ufficio per il processo (…), con espressa previsione che possano coadiuvare il giudice professionale per compiere tutti gli atti preparatori e necessari all’esercizio della funzione giurisdizionale»
«impiego dei VPO nei compiti preparatori del lavoro del PM»
Finalità dell’intervento Misure previste
creazione dell’ufficio del processo prevedere che «i magistrati siano dotati di uno staff che li coadiuvi nell’espletamento delle loro molteplici attività [quali] prestare assistenza nel processo telematico; svolgere vari compiti di carattere preparatorio (studio dei fascicoli, ricerche, reperimento delle fonti anche sovranazionali); aiutarlo nell’organizzazione e, infine, per predisporre provvedimenti in larga misura standardizzabili»
recupero di risorse umane dal front office ed impiego di esse nell’assistenza del magistrato
Finalità dell’intervento Misure previste
razionalizzare l’avvocatura «previsione di un numero programmato basato sulla valutazione dell’offerta formativa prevista dalla legge di riforma dell’ordinamento della professione forense» (previa consultazione con l’UE)
implementazione delle specializzazioni
interventi sul tirocinio forense

Le riforme di lungo periodo

Venendo ai progetti che sembrano ancora richiedere un ulteriore lavoro di studio e messa a punto, occorre rifarsi al paragrafo intitolato “riforme strutturali” dell’intervento del ministro Orlando (v. pag. 19 del pdf allegato).

Pare trattarsi di una sorta  “fase due” del progetto riformista in materia di giustizia civile qui esame, da realizzarsi solo «una volta affrontate efficacemente le emergenze» eda strutturare tramite la consultazione di un «tavolo tecnico con la partecipazione di esponenti del mondo della magistratura, dell’avvocatura e dell’università».

Gli argomenti coinvolti nella fase in esame sono molti e rilevanti; eccone alcuni:

  • «tema della semplificazione e riduzione dei riti»;
  • valorizzazione delle «buone prassi»;
  • «impegno comune (…) per uno sforzo di sintesi negli atti di parte e del giudice» (che sia un’applicazione del principio degli “atti magridi cui si è già parlato?)
  • «riforme ordinamentali che consentano di differenziare la domanda di giustizia dividendola in settori»;
  • «potenziamento e l’istituzione di sezioni specializzate»;
  • «razionalizzazione delle procedure concorsuali»

Insomma, non pochi progetti e non da poco.

Sì, bene, ma….

Venendo a tirare le somme, il ministro della giustizia sembra davvero aver accantonato buona parte dei concetti divisivi propri delle passate stagioni e di altri protagonisti della materia.

Questo dato è di per sé certamente positivo. In politica, specie giudiziaria, dalle “guerre di religione”  c’è stato sempre da aspettarsi poco o nulla. Anni di riforme non condivise con gli operatori (se non adottate in consapevole ostilità ad essi) e poi puntualmente fallite con risultati economici e sociali disastrosi stanno lì a dimostrarlo.

Occorrerebbe, dunque, a questo punto, entrare nel merito delle singole proposte ministeriali: ma l’ufficio del processo è davvero una buona idea? E l’aumento della competenza del giudice onorario (riformato) non è un ritorno al passato (leggi: pretore)?  O non sarebbe meglio, piuttosto, ripensare davvero drasticamente il processo civile invertendo la prospettiva fondamentalmente inquisitoria che lo permea e responsabilizzando altrettanto drasticamente parti e avvocati, cui demandare, con le ovvie cautele ed ogni garanzia di contraddittorio, a titolo di esempio, indagini difensive presso l’anagrafe tributaria ed altri uffici pubblici; assunzione preventiva di prove testimoniali ed interpelli; istruzione tecnica preventiva; notifiche  ed esecuzioni; facoltà di autentica di atti del processo o da depositare entro il medesimo; emissione di provvedimenti ingiuntivi (come pure è stato proposto) e via dicendo?

Senonché, prima di affrontare il merito di questa annosa ed irrisolta vicenda che è il processo civile, occorre dire che, letto l’intervento del ministro (il quale – almeno a parere di chi scrive –  merita comunque un’apertura di credito), restano diversi dubbi di natura, diciamo così, preliminare e sistematica.

Ad esempio. Nel quadro dei nuovi progetti delineati dal  ministro Oralndo, il DEF 2014 ed i suoi richiami al d.d.l. Cancellieri dove si collocano? E dove si collocano gli immancabili riquadri/trafiletti di stampa che ogni giorno ci squadernano di fronte agli occhi voci di aumento di contributo unificato, annunzi di eliminazione dell’appello, progetti di motivazioni a richiesta, piuttosto che di eliminazione della sospensiva dal processo amministrativo, etc.?

Insomma, cioè, detto in breve: qual’è il libro che dobbiamo leggere, quello di cui dobbiamo parlare?

La risposta a questa banali domande è essenziale e preliminare ad ogni ulteriore considerazione, onde evitare di disperdersi in discussioni prive di aggancio con il dato reale e, dunque, perfettamente inutili. L’attendiamo, dunque, con l’usuale (e sino ad ora, a quanto sembra, ben riposta) fiducia.

Documenti & materiali 

Relazione del ministro Orlando in commissione giustizia al Senato (pdf)
Relazione del ministro Orlando in commissione giustizia al Senato (video: ATTENZIONE VI E’ ‘BUCO’ INIZIALE DI QUALCHE MINUTO)

 

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Author: Avv. Luca Lucenti

Avvocato, nato a Pesaro il 20 ottobre 1961. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Pesaro dal 1991. Abilitato al patrocinio dinanzi alle magistrature superiori dal 2004. Responsabile di Ragionando_weblog - ISSN 2464-8833

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